La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
lor robe e il bestiame, tràssero ad accamparsi fra le prime avvisaglie della montagna; nè molto stette, che fùrono visti a gialleggiare sull'azzurro
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
affetto gentile; quantunque la Patria fosse lor stata avversa, e il suo nome non sovvenisse che òpere bieche, che odii, che umiliazioni, tanto più
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
ànimo e dal dubbio della lor meta, dubbio peggiore della più amara certezza, e dalla brama cupa, senza speranza, della vendetta. Il caldo tramonto parèa
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
spesse ombre lor fantasiàvano innanzi; giù, saltando e borri e riali, or per le frane e ora pel sdrucciolìo de' prati o l'intrico degli sterpeti; egli
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senza legge, il che viene a dire, di servitù volontaria al vizio e alla miseria, avèano cospirato a lor danno, peggio del lungo regime di una legge
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
infamie che impunemente bramerèbbero còmpiere; oh quanti, nel bujo imaginoso della notte, sciolti da ogni paura e vergogna, sfògano col cervello i lor più
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dal tintinnante sonaglio e gli agnelli dal lamentoso belìo, sparsi per la campagna, o meglio, tornàvano essi spontaneamente al lor laccio; chè
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, sembrava seguire, co' suòi, i lor guardi, sempre incontrando però, nel raggio visivo, le clàssiche forme di Mario. Infine, la canòa di Aronne si
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in allarme. Era, abitazione loro, una tufosa caverna; era, lor nutrimento, la selvaggina, abbondantìssima e fàcile. Chè le belve, in quell'ìsola, non